Tutto quello che so sul management l'ho imparato dal mio cane by Martin P. Levin

Tutto quello che so sul management l'ho imparato dal mio cane by Martin P. Levin

autore:Martin P. Levin [Levin, Martin P.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Business & Economics, General
ISBN: 9788858653340
Google: lZQxAAAAQBAJ
editore: Rizzoli
pubblicato: 2013-07-30T17:24:20+00:00


Body language: il linguaggio del corpo

Come succede per gli uomini, Angel fa uso del linguaggio del corpo per completare la sua comprensione. Quando dico “Attraversa”, indico la direzione verso la quale voglio che si diriga. Quando le accarezzo le orecchie, le dico “Bravo cane”. Angel conosce le parole chiave ma anche la sincronizzazione dei miei movimenti è importante. Quando mi vede infilare la giacca e prendere il guinzaglio, sa che è il momento di uscire; quando mi vede indossare il pigiama, sa che è giunta l’ora di andare a letto. Guardando nei suoi grandi occhi scuri posso sapere se sta bene, è triste o ha bisogno di coccole; quando scodinzola, so che è felice.

Angel considera l’abbaiare una forma maleducata di comunicazione; tuttavia, se capisce che sono minacciato abbaia forte come un baritono. Attira l’attenzione: se uno sconosciuto si avvicina a casa, lei mi mette in allerta. Conosce i miei visitatori abituali e con loro resta quieta sulla porta, scodinzolando in segno di saluto. Paula possiede due cagnolini più piccoli e quando Angel durante il weekend va a fare loro visita, segue il loro abbaiare con un tono più pacato, giusto per risultare socievole. Ci sono delle volte in cui mi sembra persino che desideri poter parlare; con un sommesso e accattivante guaito mi fa capire che anche lei si trova nella stanza e mi chiede attenzione, un biscottino ma anche solo una carezza di conforto dietro l’orecchio e sotto il muso.

Il linguaggio del corpo è espressivo tanto quanto le parole e, in alcuni casi, rivela emozioni che possono persino significare il contrario delle parole stesse. Davanti a un pericolo, la persona che urla “non ho paura” può comunque rivelare i suoi veri sentimenti se mentre pronuncia queste parole il suo corpo trema. Il concetto convenzionale che una ferma stretta di mano trasmetta fiducia può venire annullato dall’espressione facciale che mostra il fastidio per la pressione esercitata. Questa non è certamente una scoperta nuova: l’uso del corpo come mezzo espressivo, la pantomima, si ritrova già presso gli antichi greci. Il mimo si sviluppò agli inizi del XIX secolo a Parigi grazie al lavoro di Jean-Gaspard Deburau, che in scena appariva come un uomo silenzioso con il volto dipinto di bianco, e ha avuto anche un ruolo importante agli inizi della cinematografia con Charlie Chaplin, Harold Lloyd e Buster Keaton. Charlie Chaplin può essere considerato il mimo meglio documentato della storia.

Gli esperti di linguaggio del corpo hanno identificato una grande varietà di parti – tra cui il volto, le braccia, le dita, il torace, le gambe e i piedi – che inviano messaggi che incrementano e modificano il parlato. I professionisti del poker definiscono questo fenomeno con un’espressione gergale: “tell”, un movimento o una posizione involontaria del corpo che trasmette un messaggio che indica se un avversario ha una mano forte o debole; un eccessivo battere di palpebre, una particolare posizione delle mani o di qualsiasi altra parte del corpo. Attori e cantanti usano gesti e movimenti per aumentare la loro performance vocale.



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